SINOSSI
Il tempo sembra essersi fermato al dopoguerra, con i palazzi decadenti del borgo vecchio e il fascino antico dei pescatori a far da corollario ad un'immagine da cartolina neorealista. L'antico centro della Magna Grecia con un passato che torna a galla. Lo sfondo è quello del polo siderurgico di Taranto. Il più grande d'Europa e anche il più inquinato. Dove l'aumento dei tumori e delle malattie correlate all'inquinamento da diossina e amianto distrugge la vita di tantissime famiglie, divise tra il bisogno di lavorare e quello di tutelare la salute dei propri figli.
NOTE DI REGIA
Prima di divenire il "gabinetto dell'Italia unificata", con più di duecento ciminiere fumanti, discariche, raffinerie, petroliere e cantieri navali, la vita qui navigava tra i due mari che circondano l'isola della città vecchia e il borgo nuovo. A causa della presenza di diossina nei mitili riscontrata negli ultimi due anni e mezzo, gli allevatori di mitili sono stati costretti a gettare via il proprio raccolto. Il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) ha condotto test rigorosi per impedire l’immissione sul mercato di prodotti contaminati che possono essere nocivi per la salute della popolazione. Malgrado la presenza della grande industria, a Taranto esiste un esercito di disoccupati: circa 110 mila persone, il 40% dell'intera popolazione. Oggi l'agricoltura è proibita nel raggio di 20 chilometri dall'Ilva, mentre il bestiame contenente diossina è stato abbattuto e molti si domandano ironicamente se anche a loro toccherà la stessa fine. L'Unione Europea ha aperto una procedura di infrazione contro l'Italia per la vicenda dell'acciaieria di Taranto secondo cui le autorità italiane non hanno garantito il rispetto delle prescrizioni che regolano le emissioni industriali, con gravissime conseguenze per la salute e l’ambiente. Gli impianti siderurgici di Taranto sono stati al centro di un braccio di
ferro tra governo e magistratura. Corruzioni, concussioni e vari altri reati sono stati ipotizzati nell'ambito dell'inchiesta "Ambiente svenduto", portata avanti dalla Procura di Taranto. Ora, dietro le sbarre, gli autori del disastro stanno iniziando a cedere, al centro di un enorme giro d’affari che ha giocato sporco con la salute dei cittadini: anche il sindaco di Taranto e il governatore della regione Puglia sono sotto inchiesta, rispettivamente per abuso e omissione di atti di ufficio e per corruzione. Secondo studi medici ed epidemiologici, nel centro storico della Magna Graecia si registra un aumento del 30-40% di tutte le forme tumorali e delle malattie correlate all'inquinamento da diossina e amianto. Pertanto tantissime famiglie a Taranto sono divise tra il bisogno di lavorare e quello di tutelare la salute dei propri figli. Nel distretto dei Tamburi c'è una sentenza del sindaco che proibisce ai bambini di giocare nelle poche aree verdi ancora rimaste alla periferia del quartiere. Per un po’ non è stato nemmeno possibile seppellire i propri defunti nel cimitero locale. Taranto è una città uccisa e pronta a rinascere a nuova vita, reincarnata in una moltitudine di uomini che sia in silenzio o gridando le proprie ragioni, chiedono giustizia per i mali subiti.
TROUPE CINEMATOGRAFICA
Regia, Sceneggiatura, DOP, Riprese: Matteo Bastianelli | Musiche: Simone Dell’Orca & Gianluca Rebuzzi | Montaggio: Daniele Lianka Carlevaro | Suono di presa diretta: Giuseppina Toti | Sound designer: Federico Tummolo | Progetto grafico: Daniele Zendroni | Produzione artistica di “Salina”: Christian Lisi |
SPECIFICHE TECNICHE

PROTAGONISTI
Ettore Boccuni, Giulia Russo, Tommaso D’Ippolito, Achille D’Ippolito, Aurelio Rebuzzi, Loredana Chiapparino, Antonio Lenti, Fabio Matacchiera, Giuseppe D’Andria, Alessandro Marescotti, Francesca D’Ippolito, Valentina D’Ippolito.