Un viaggio sospeso nel tempo in Italia, dove il paesaggio rappresenta il luogo in cui si scontra bellezza e voracità, suggestione e inettitudine, innegabile espressione dell’incoerenza dell’uomo di fronte allo spettacolo e alla forza della natura.

Il mio progetto nasce dalla volontà di documentare uno scenario che è fermo e mutevole allo stesso tempo, dove l’uomo è una comparsa e il protagonista è il bellissimo e selvaggio paesaggio italiano. Un palcoscenico in cui si scontra l’impassibile fermezza dell’antichità con il frutto della modernità, dove il paesaggio deve confrontarsi con la vita quotidiana delle persone, e insieme ad esse trasformarsi nel tempo in funzione delle abitudini, dei modi di produrre e di sfruttare le risorse del territorio stesso. Dal dopoguerra l’Italia ha subito trasformazioni radicali sotto la spinta di numerose pulsioni, dettate da frenesia e voglia di rinascita. Le attività pubbliche e private, che per loro natura prevedono una presenza sul territorio, sono state realizzate spesso in maniera superficiale, senza alcuna pianificazione. La fantasia e la sregolatezza che in passato guidarono grandi artisti e visionari nella valorizzazione del territorio italiano, da alcuni decenni, nella loro forma più bassa, hanno alterato e continuano a marchiare il territorio con spinte distruttive che non tengono conto del valore semantico del paesaggio. Dall’abusivismo edilizio sulle incantevoli spiagge della Sardegna, al confuso agglomerato urbano della periferia di Roma, dove edifici e automobili sono incasellati geometricamente, quasi a contenere l’equilibrio di strutture preesistenti. Il centro e la vicina periferia, sono egualmente costretti in un contesto che opprime costruzioni e individui all’interno di un disegno contorto e non pianificato. Un tempo il paesaggio trovava la sua espressione più alta in una serie di interventi che erano la sintesi di un’idea maturata nel tempo. Interventi che restituivano il senso e il senno di un’intera cultura. Oggi sono il risultato del pressappochismo e delle velleità di una società schiava dell’economia del profitto, guidata dal consumismo che erode anche la stabilità del paesaggio urbano.

BEAUTIFUL & WILD (2015-2017)