Per i turisti l’isola greca di Lesvos è un piacevole rifugio per le vacanze estive, mentre per migliaia di richiedenti asilo provenienti da Africa e Medio Oriente, il luogo di nascita della poetessa Saffo è un approdo da incubo nel loro viaggio verso il nord Europa.
Ogni giorno dalle coste della Turchia partono gommoni con a bordo centinaia di persone, dall’inizio del 2015 sono arrivati quasi un milione di richiedenti asilo sull’isola in questo modo. Una tratta di 20-30 km di mare che per i trafficanti vale un giro di affari da milioni di dollari a settimana: le tariffe sono di 1000$ per ogni adulto e 500$ per i bambini. Alcuni uomini dalle spiagge seguono con lo sguardo l’arrivo dei migranti. Recuperano taniche di benzina e motori per poi distruggere i gommoni a coltellate. Le cartoline dall’isola mostrano da un lato i turisti che si godono le vacanze in barca o stesi al sole al fianco dei salvagenti abbandonati, dall’altro i richiedenti asilo che alloggiano in campi profughi di fortuna: senza acqua, cibo, bagni, né un luogo in cui dormire. Costretti a vivere in condizioni disumane per giorni, aspettando l’identificazione da parte delle autorità greche per poi continuare il loro viaggio tra le insidie dei Balcani.
Due rifugiati afgani giocano tra le rovine di un vecchio edificio sulle spiagge di Mitilene, Lesvos, Grecia 2015. © Matteo Bastianelli
Alcuni uomini si avvicinano a un gommone pieno di rifugiati siriani per prendersi il motore fuoribordo e le taniche di carburante. Circa 600 richiedenti asilo raggiungono ogni giorno la costa dell'isola, ognuno di loro paga 1.000 dollari per attraversare il Mar Egeo e raggiungere la costa greca. Kratigos, Lesvos, Grecia 2015. © Matteo Bastianelli
Alcuni richiedenti asilo siriani lavano i propri vestiti in una fontana mentre altri aspettano di prendere dell’acqua potabile o di lavarsi. Non ci sono cibo, acqua o servizi igienici nel campo profughi improvvisato in cui sono ospitati. Mitilene, Lesvos, Grecia 2015. © Matteo Bastianelli
Alcuni richiedenti asilo siriani nei pressi dell'ex base militare di Moria, trasformata in un campo profughi di fortuna. Centinaia di migranti si recano al campo ogni giorno in attesa di ricevere i documenti identificativi e riprendere il viaggio verso Atene e Salonicco. Moria, Lesvos, Grecia 2015. © Matteo Bastianelli
Un ragazzo siriano spazza il pavimento intorno alla sua tenda nel campo profughi improvvisato di Moria, usando il ramo di un albero come scopa. Moria, Lesvos, Grecia 2015. © Matteo Bastianelli
Un uomo cammina all’interno del campo profughi improvvisato di Moria. Circa mille rifugiati vivono nel campo, senza avere accesso ai beni di prima necessità compresi cibo, acqua potabile, servizi igienici o un rifugio adeguato. Moria, Lesvos, Grecia 2015. © Matteo Bastianelli
Due richiedenti asilo seduti sulla spiaggia dove sono sbarcati dopo essere sopravvissuti a una pericolosa traversata in mare su un gommone. Mitilene, Lesvos, Grecia 2015. © Matteo Bastianelli
Un cartello con le principali mete turistiche mondiali nei pressi del porto, sullo sfondo un’imbarcazione turistica. Salonicco, Grecia 2015. © Matteo Bastianelli
Due rifugiati pakistani fuori da un negozio nel centro di Mitilene, Lesvos, Grecia 2015. © Matteo Bastianelli
Due donne appena scese da un trenino turistico, camminano in una strada del centro città mentre un gruppo di rifugiati si riposano prima di riprendere il loro viaggio verso Mitilene. Molyvos, Lesvos, Grecia 2015. © Matteo Bastianelli
Due richiedenti asilo guardano attraverso un telo ombreggiante nell'ex base militare di Moria, trasformata in un campo profughi di fortuna dove sono stati ospitati centinaia di richiedenti asilo, senza avere accesso ai beni di prima necessità compresi cibo, acqua potabile, servizi igienici o rifugio. Moria, Lesvos, Grecia 2015. © Matteo Bastianelli
Alcuni richiedenti asilo acquistano cibo e bevande da un chiosco ambulante nei pressi del campo profughi di Moria. Il governo greco non riesce a provvedere ai beni di prima necessità per i richiedenti asilo, che sono costretti ad acquistarli a prezzi più elevati. Moria, Lesvos, Grecia 2015. © Matteo Bastianelli
Un gruppo di rifugiati siriani appena arrivati dalla città costiera di Dikili, in Turchia, si raccolgono attorno a un fuoco sulla spiaggia per scaldarsi prima dell'alba. Ognuno di loro ha dovuto pagare 1.000 dollari per attraversare il Mar Egeo e raggiungere le coste greche. Mitilene, Lesvos, Grecia 2015. © Matteo Bastianelli
Alcuni rifugiati siriani appena arrivati dalla città costiera di Dikili, in Turchia, osservano un gommone pieno di migranti provenienti dalla loro stessa rotta. Kratigos, Lesvos, Grecia 2015. © Matteo Bastianelli
Alcuni rifugiati siriani appena arrivati dalla città costiera di Dikili, in Turchia, si riposano in strada. Kratigos, Lesvos, Grecia 2015. © Matteo Bastianelli
Tre uomini distruggono un gommone tagliandolo con dei coltelli. L’imbarcazione era arrivata un’ora prima trasportando circa 50 richiedenti asilo dalla costa turca all'isola greca. Kratigos, Lesvos, Grecia 2015. © Matteo Bastianelli
Cinque salvagente lasciati in acqua dai migranti sopravvissuti a una pericolosa traversata marittima dalla costa turca di Dikili all'isola greca. Sei persone erano morte in mare due giorni prima. Kratigos, Lesvos, Grecia 2015. © Matteo Bastianelli
Una delle mete di transito dei rifugiati che attraversano la Grecia per chiedere asilo in altre nazioni dell’UE è Salonicco. Prima della partenza sono costretti a dormire in strada o negli ostelli, alcuni nell’emblematico Hotel Europa.
La maggior parte è in possesso di un documento valido 6 mesi e alla scadenza diventano “illegali”. Sono quindi costretti a trovare una via di uscita, finendo nelle mani dei trafficanti. Non possono usare mezzi pubblici o taxi, così in centinaia ogni giorno camminano verso la regione di Kilkis, per arrivare a Evzoni, percorrendo più di 50 chilometri a piedi, seguendo la strada principale o le rotaie del treno per non perdersi. Poi la rotta continua verso la Repubblica di Macedonia del Nord, dove molti sono morti investiti dai treni o in altre circostanze: secondo i racconti dei rifugiati, alcuni sarebbero scomparsi per mano della mafia. Almeno 10 persone a settimana finiscono nell’ospedale di Polykastro e Kilkis, sul lato greco, e molti non vi si recano per paura della polizia. I richiedenti asilo ormai sanno a cosa vanno incontro e cercano di organizzarsi con pugnali e mazze di legno per sentirsi più sicuri. Secondo le testimonianze di molti siriani salvati da Medici senza Frontiere dopo l’ennesima aggressione subita ad opera di circa 120 persone, per lo più afgani, iraniani e pachistani al soldo della mafia locale, la polizia macedone presente sul luogo non è intervenuta per soccorrerli e per fermare i responsabili. Questo è il prezzo da pagare per i migranti in fuga dalle guerre. Senza un corridoio umanitario, le rotte dell’immigrazione nei Balcani, così come nel Mediterraneo, rimangono un terreno fertile per la criminalità organizzata e il traffico di esseri umani.
Un uomo guarda il fondo del mare nei pressi del porto. Salonicco, Grecia 2015. © Matteo Bastianelli
Alcune ragazze afgane raccolgono della frutta prima di riprendere il loro viaggio. Salonicco, Grecia 2015. © Matteo Bastianelli
Un ragazzo siriano riposa prima di partire per il suo viaggio. I rifugiati che non fanno domanda di asilo nel Paese, ricevono una lettera di sospensione all’espulsione alla cui scadenza diventano "illegali" sul territorio. I rifugiati non possono usare mezzi pubblici e servizi di trasporto privati per spostarsi. Salonicco, Grecia 2015. © Matteo Bastianelli
Un richiedente asilo siriano all’interno dell’Hotel Europa. La maggior parte dei migranti alloggia per una notte nell’hotel prima di riprendere il viaggio verso la Repubblica di Macedonia del Nord. Salonicco, Grecia 2015. © Matteo Bastianelli
Una veduta all’interno dell’Hotel Astro, utilizzato dai migranti come punto di sosta prima di ripartire per Evzoni, cittadina al confine con la Repubblica di Macedonia del Nord. Polykastro, Kilkis, Grecia 2015. © Matteo Bastianelli
Mahmood Amora, 17 enne palestinese nato e vissuto in un campo profughi a Damasco in Siria, riposa nell’Hotel Astro. Polykastro, Kilkis, Grecia 2015. © Matteo Bastianelli
Un gruppo di circa 60 siriani, tra cui donne e bambini, prosegue il proprio viaggio verso il confine tra Grecia e Repubblica di Macedonia del Nord. Evzoni, Grecia 2015. © Matteo Bastianelli
Il 27 enne rifugiato iracheno Mohammed Kelani. E’ stato aggredito nei boschi macedoni. Evzoni, Grecia 2015. © Matteo Bastianelli
Un uomo afgano dorme sul ciglio della strada nei pressi della stazione degli autobus “Macedonia”. Salonicco, Grecia 2015. © Matteo Bastianelli
Un cordone di richiedenti asilo siriani in viaggio tra i campi coltivati a circa un chilometro dal confine tra la Grecia e la Repubblica di Macedonia del Nord. Evzoni, Grecia 2015. © Matteo Bastianelli
Tre ragazzi siriani fanno una sosta sulla strada verso il confine tra la Grecia e la Repubblica di Macedonia del Nord. Evzoni, Grecia 2015. © Matteo Bastianelli
Gasmann, rifugiato 30enne della città di Deir ez-Zur in Siria, consulta una bussola acquistata per 90 €. Salonicco, Grecia 2015. © Matteo Bastianelli
Un gruppo di richiedenti asilo siriani arrivati a Idomeni portando sulle spalle uno dei loro amici. Gli avevano sparato a una gamba in Siria. Idomeni, Grecia 2015. © Matteo Bastianelli
Molti gridano a “Europa Europa!” ma il sogno europeo è già svanito per la maggior parte di loro. E l’incubo quotidiano in cui sono costretti a vivere è divenuta la loro realtà.
In seguito alle continue morti di immigranti uccisi mentre camminavano lungo i binari della ferrovia sulla strada per Skopje e, dopo una serie di attacchi da parte della criminalità organizzata e dei trafficanti, è stata approvata una nuova legge dal governo della Repubblica di Macedonia del Nord. Teoricamente dovrebbe consentire ai richiedenti asilo di ricevere un visto di transito di 72 ore, per poter attraversare il paese e proseguire il viaggio verso la Repubblica di Serbia, attraverso una semplice richiesta alla dogana o alle stazioni di polizia. Tuttavia, in realtà, il governo macedone ha schierato poliziotti e soldati al confine attorno alla zona cuscinetto situata tra Idomeni e Gevgelija, per impedire ai rifugiati di entrare legalmente nel paese. Molti di loro arrivano al confine attraverso i binari della ferrovia, feriti da colpi d’arma da fuoco e portati sulle spalle dai loro amici o su una sedia a rotelle, insieme a persone anziane, bambini e donne incinte, che aspettano da giorni l'apertura del confine. L'unica via percorribile è l’oscuro sentiero attraverso le foreste, dove le famiglie disperate devono affrontare l'ennesima prova di forza. Solo allora, una volta entrati nel paese, i richiedenti asilo possono ricevere il tanto atteso permesso di transito. Poi la loro odissea ricomincia, da Gevgelija a Skopje, e ancora da Kumanovo e Lojane, dove sperano di raggiungere la Repubblica di Serbia mentre la gente guarda questi gruppi di persone come se fossero alieni.
Alcuni rifugiati in attesa di essere autorizzati dalla polizia di frontiera della Repubblica di Macedonia del Nord a entrare nel paese. Idomeni, Grecia 2015. © Matteo Bastianelli
Il 28enne rifugiato siriano Moayad El Nakim viene confortato dall’amico siriano Walid, 26 anni. Entrambi sono sotto shock dopo l’aggressione subita da circa 120 afgani, iraniani e pachistani nei pressi del confine. Secondo i loro racconti, la polizia macedone era presente sul luogo, ma non è intervenuta. Evzoni, Grecia 2015. © Matteo Bastianelli
Un’anziana signora di origine siriana in sedia a rotelle scoppia in lacrime quando la polizia di frontiera della Repubblica di Macedonia del Nord afferma di non poter consentire ai rifugiati di entrare nel paese. Idomeni, Grecia 2015. © Matteo Bastianelli
Una richiedente asilo eritrea in bicicletta con suo figlio sulla strada per il confine tra la Grecia e la Repubblica di Macedonia del Nord. Evzoni, Grecia 2015. © Matteo Bastianelli
Il rifugiato siriano di 28 anni Ahmad Rakie, esce da un campo di girasoli dopo essere stato attaccato da due trafficanti sulla strada. Gli hanno preso il telefono e 300 euro. Evzoni, Grecia 2015. © Matteo Bastianelli
Un rifugiato accende un fuoco per scaldarsi durante una fredda notte nella zona cuscinetto tra la Repubblica di Macedonia del Nord e la Grecia. Idomeni, Grecia 2015. © Matteo Bastianelli
Un richiedente asilo siriano si riposa in un campo con un coltello in mano, prima di riprendere il suo viaggio verso il confine tra la Grecia e la Repubblica di Macedonia del Nord. I rifugiati siriani hanno paura delle aggressioni della mafia e dei trafficanti macedoni che rapinano e picchiano i migranti lungo il loro pericoloso viaggio. Gevgelija, Repubblica di Macedonia del Nord 2015. © Matteo Bastianelli
Un gruppo di rifugiati siriani con le mani alzate dopo che uno di loro ha chiesto agli altri chi di loro volesse andare in Germania. Sono stati trattenuti al confine tra Grecia e Repubblica di Macedonia del Nord per 5 giorni. Idomeni, Grecia 2015. © Matteo Bastianelli
Alcuni rifugiati dietro un treno diretto a Gevgeljia. Molti di loro sono morti su questa rotta dopo essere stati investiti dai treni. Idomeni, Grecia 2015. © Matteo Bastianelli
Alcuni richiedenti asilo guardano un cagnolino che è appena stato investito da un treno. Molte persone sono morte allo stesso modo, camminando lungo i binari della ferrovia per raggiungere la Repubblica di Macedonia del Nord. Idomeni, Grecia 2015. © Matteo Bastianelli
Una ragazzina urla mentre altri richiedenti asilo attendono che la polizia di frontiera della Repubblica di Macedonia del Nord dia loro il permesso di entrare nel paese. Idomeni, Grecia 2015. © Matteo Bastianelli
Un poliziotto di frontiera della Repubblica di Macedonia del Nord guarda con disprezzo i rifugiati, mentre una donna incinta e il marito osservano. Idomeni, Grecia 2015. © Matteo Bastianelli
Un poliziotto di frontiera della Repubblica di Macedonia del Nord picchia un rifugiato che gli aveva offerto dell'acqua, mentre una donna incinta e il marito osservano. Idomeni, Grecia 2015. © Matteo Bastianelli
Due richiedenti asilo si riposano sui binari nella zona cuscinetto tra la Grecia e la Repubblica di Macedonia del Nord. Idomeni, Grecia 2015. © Matteo Bastianelli
Un gruppo di rifugiati tenta di attraversare il confine tra la Grecia e la Repubblica di Macedonia del Nord camminando lungo i binari della ferrovia mentre un poliziotto di frontiera ordina loro di tornare in Grecia. Repubblica di Macedonia del Nord 2015. © Matteo Bastianelli
Un gruppo di richiedenti asilo siriani attraversa dei campi coltivati per raggiungere il confine tra Grecia e Repubblica di Macedonia del Nord, dopo che la polizia di frontiera li aveva respinti in Grecia. Evzoni, Grecia 2015. © Matteo Bastianelli
Un gruppo di richiedenti asilo siriani ha appena attraversato il confine tra Grecia e Repubblica di Macedonia del Nord. Gevgelija, Repubblica di Macedonia del Nord 2015. © Matteo Bastianelli
Un gruppo di richiedenti asilo siriani attraversa dei campi coltivati per raggiungere il confine tra Grecia e Repubblica di Macedonia del Nord, dopo che la polizia di frontiera li aveva respinti in Grecia. Evzoni, Grecia 2015. © Matteo Bastianelli
Un gruppo di richiedenti asilo siriani guarda le luci di un casinò di Gevgelija, Repubblica di Macedonia del Nord 2015. © Matteo Bastianelli
Un uomo siriano porta suo figlio sulle spalle mentre cammina di notte tra i campi, sulla strada verso il confine tra Grecia e Repubblica di Macedonia del Nord. Evzoni, Grecia 2015. © Matteo Bastianelli
EUROPE EUROPE! (2015)
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