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Quando le spose bambine crescono e diventano delle donne, la loro vita è ormai segnata, così come il loro sguardo, duro e consapevole. Secondo un rapporto dell’Alto commissariato per i diritti umani delle Nazioni Unite, in tutto il mondo, più di 650 milioni di donne ancora in vita oggi, sono state date in spose da bambine.
Il matrimonio infantile è spesso accompagnato da gravidanze e parti prematuri, con conseguenti tassi di mortalità materna superiori alla media. Orkida aveva 14 anni quando è stata data in sposa dalla sua famiglia in Albania; i soldi portati in dote dal marito sono serviti a far curare sua sorella maggiore. Oggi Orkida ha 40 anni, 5 figli ed è già nonna, avendo dato in sposa una delle sue figlie, Bleona, all’età di 12 anni. Anche lei, madre di 3 bambini a soli 18 anni. Di madre, in figlia, il circolo vizioso sembra non aver fine. Sempre a causa degli stessi due fattori: povertà e analfabetismo. Dall’Asia Meridionale all’Africa Sub-sahariana, passando per le crisi umanitarie in Medio Oriente, fino al cuore dell’Europa: ogni anno almeno 12 milioni di ragazzine si sposano prima di raggiungere la maggiore età. Si tratta di 28 ragazze al minuto. Per loro il matrimonio non è una scelta, ma segna la fine dell’infanzia e l’inizio di un futuro incerto, privandole della possibilità di prendere decisioni sulle loro vite, rendendole più vulnerabili alla violenza e agli abusi. Un fenomeno transculturale che accomuna popoli distanti che vivono nelle stesse condizioni, come all’interno della comunità rom di Tirana, in Albania. Qui per molte famiglie, come quella di Orkida, dare in sposa una bambina è un modo come un altro per sopravvivere. Una volta raggiunta la maggiore età, quasi tutte hanno già diversi figli a cui badare, spesso con i mariti in prigione. A volte gli occhi gonfi e delle foto di matrimonio strappate alle spalle. Secondo un rapporto di Save the Children, la maggior parte delle spose bambine non ha avuto adeguate opportunità di istruzione e di formazione professionale e spesso ha abbandonato la scuola o non è autorizzata a tornarvi, come conseguenza del matrimonio precoce. Difficile uscire dalla prigione invisibile dietro cui sono state confinate fin dalla tenera età, eppure alcune donne ci sono riuscite. Dopo aver subito per anni il marito che abusava di alcol e alzava le mani, Orkida ha deciso di divorziare ed è diventata leader dell’Organizzazione “Catia e Gruas Rome”, che sostiene i diritti delle minoranze Rom. Istruzione, lavoro e desegregazione sono gli unici antidoti per evitare che milioni di bambine, in ogni parte del mondo, continuino ad essere vendute come spose. Di madre, in figlia.
Orkida Driza, 40 anni, ritratta all’interno della sua abitazione. Orkida è stata data in sposa dalla sua famiglia alla tenera età di 14 anni, ora è divorziata, ha cinque figli ed è già diventata nonna, avendo dato in sposa sua figlia all’età di 12 anni. Tirana, Albania 2019. © Matteo Bastianelli
Una scena di vita quotidiana nell’insediamento che ospita le famiglie Rom nel quartiere di Shkoza. Secondo un rapporto di Save the Children, la maggior parte delle spose bambine non ha avuto adeguate opportunità di istruzione e di formazione professionale e spesso ha abbandonato la scuola o non è autorizzata a tornarvi, come conseguenza del matrimonio infantile. Tirana, Albania 2019. © Matteo Bastianelli
La metà strappata della foto di un uomo in abito nuziale, appesa al muro all’interno di un insediamento abitato da una comunità Rom a Shkoza. Il matrimonio infantile riguarda le ragazze in numero molto maggiore rispetto ai ragazzi. Secondo Save the Children, ogni anno nel mondo, 12 milioni di bambine e ragazze si sposano prima di aver compiuto i 18 anni. Tirana, Albania 2019. © Matteo Bastianelli
La diciottenne incinta Esmeralda Nuredini, ritratta all’interno di un insediamento che ospita famiglie Rom. Esmeralda si è sposata all’età di 14 anni. Ogni anno, nel mondo, 12 milioni di bambine e ragazze si sposano prima di aver compiuto i 18 anni. Secondo l’UNICEF, al ritmo attuale, saranno oltre 150 milioni le ragazze che si sposeranno prima del 18° compleanno di qui al 2030. Tirana, Albania 2019. © Matteo Bastianelli
Due uomini a bordo di un motocarro nei pressi di un complesso di piccoli appartamenti, una nuova soluzione abitativa per le famiglie Rom che vivono nel quartiere di Shkoza. Molti degli uomini che vivono in questo insediamento si guadagnano da vivere lavorando come raccoglitori di rifiuti. Tirana, Albania 2019. © Matteo Bastianelli
Xhensila Bukri, 18 anni, ritratta di fronte alla sua abitazione mentre tiene in braccio il figlio Arben Bukri, nato da appena due mesi. In piedi, vicino a lei, le altre due sue figlie Megi, di 2 anni e Pamela, 3 anni. Xhensila è stata data in sposa alla tenera età di 12 anni, il marito attualmente è in prigione. Tirana, Albania 2019. © Matteo Bastianelli
Un paio di pantaloni stesi ad asciugare sulla ringhiera di un edificio scolastico, di fronte a un insediamento in cui vivono famiglie Rom, nel quartiere di Shkoza. Secondo Save the Children, la relazione tra matrimoni precoci ed educazione è a doppio senso: se da un lato il matrimonio delle bambine rappresenta una delle cause principali dell’abbandono scolastico nei paesi più poveri, dall’altro le ragazze che non frequentano la scuola sono a maggior rischio di sposarsi precocemente. Tirana, Albania 2019. © Matteo Bastianelli
Orkida Driza, 40 anni, parla insieme ad altri membri della comunità Rom nell’insediamento in cui vivono, mentre alcuni bambini giocano intorno a un piccolo motocarro. Orkida è stata data in sposa dalla famiglia alla tenera età di 14 anni, adesso è divorziata e ha cinque figli. Attualmente è la leader dell’Organizzazione Rom “Catia e Gruas Rome”, che sostiene i diritti delle minoranze Rom a Tirana, Albania 2019. © Matteo Bastianelli
Una scena di vita quotidiana nell’insediamento che ospita le famiglie Rom nel quartiere di Shkoza. Secondo Save the Children, la relazione tra matrimoni precoci ed educazione è a doppio senso: se da un lato il matrimonio delle bambine rappresenta una delle cause principali dell’abbandono scolastico nei paesi più poveri, dall’altro le ragazze che non frequentano la scuola sono a maggior rischio di sposarsi precocemente. Tirana, Albania 2019. © Matteo Bastianelli
Un piccolo corso d’acqua nei pressi di un complesso di appartamenti, una nuova soluzione abitativa per le famiglie Rom che vivono nel quartiere di Shkoza. Tirana, Albania 2019. © Matteo Bastianelli
Alcuni bambini giocano intorno a un piccolo motocarro utilizzato per trasportare i materiali recuperati dalla spazzatura e destinati al riciclo. Il matrimonio infantile riguarda le ragazze in numero molto maggiore rispetto ai ragazzi. Secondo Save the Children, ogni anno nel mondo, 12 milioni di bambine e ragazze si sposano prima di aver compiuto i 18 anni. Tirana, Albania 2019. © Matteo Bastianelli
Orkida Driza, 40 anni, cammina verso casa mentre due ragazzi passano lì vicino portando dei tamburi a tracolla. Molti degli uomini che vivono in questo insediamento si guadagnano da vivere lavorando come raccoglitori di rifiuti o suonando i tamburi in strada. Tirana, Albania 2019. © Matteo Bastianelli
Alcuni bambini giocano con dei soldi finti su un marciapiede all’interno di un insediamento che ospita le famiglie Rom nel quartiere di Shkoza. Tirana, Albania 2019. © Matteo Bastianelli
Xhensila Bukri, 18 anni, ritratta nella sua abitazione con il figlio Arben Bukri, di due mesi, e sua figlia Pamela, 3 anni, seduta vicino a lei. Xhensila è stata data in sposa alla tenera età di 12 anni, ha 3 figli e attualmente il marito è in prigione. Tirana, Albania 2019. © Matteo Bastianelli
La camera da letto di Bleona Driza, 19 anni. Bleona è stata data in sposa alla tenera età di 12 anni ed è già mamma di 3 figli. Secondo Save the Children, la relazione tra matrimoni precoci ed educazione è a doppio senso: se da un lato il matrimonio delle bambine rappresenta una delle cause principali dell’abbandono scolastico nei paesi più poveri, dall’altro le ragazze che non frequentano la scuola sono a maggior rischio di sposarsi precocemente. Tirana, Albania 2019. La camera da letto di Bleona Driza, 19 anni. Bleona è stata data in sposa alla tenera età di 12 anni ed è già mamma di 3 figli. Secondo Save the Children, la relazione tra matrimoni precoci ed educazione è a doppio senso: se da un lato il matrimonio delle bambine rappresenta una delle cause principali dell’abbandono scolastico nei paesi più poveri, dall’altro le ragazze che non frequentano la scuola sono a maggior rischio di sposarsi precocemente. Tirana, Albania 2019.
Una veduta del complesso di piccoli appartamenti realizzato nel 2018 nell’ambito del progetto del Comune di Tirana “New House–New Life: Rehabilitation of Roma Community Settlement”, finanziato nel 2016 dal Programma Italo-Albanese di Conversione del Debito (IADSA) per far fronte all’emergenza abitativa delle famiglie Rom nella zona. Tirana, Albania 2019. © Matteo Bastianelli
Alcuni ragazzi e delle bambine giocano intorno a un piccolo motocarro utilizzato per trasportare i materiali recuperati dalla spazzatura e destinati al riciclo. Il matrimonio infantile riguarda le ragazze in numero molto maggiore rispetto ai ragazzi. Secondo Save the Children, ogni anno nel mondo, 12 milioni di bambine e ragazze si sposano prima di aver compiuto i 18 anni. Tirana, Albania 2019. © Matteo Bastianelli
Orkida Driza, 40 anni, ritratta nel cortile della sua abitazione. Orkida è stata data in sposa dalla famiglia alla tenera età di 14 anni, adesso è divorziata e ha cinque figli. Attualmente è la leader dell’Organizzazione Rom “Catia e Gruas Rome”, che sostiene i diritti delle minoranze Rom a Tirana, Albania 2019. © Matteo Bastianelli
Una scena di vita quotidiana nell’insediamento che ospita le famiglie Rom nel quartiere di Shkoza. Secondo Save the Children, la relazione tra matrimoni precoci ed educazione è a doppio senso: se da un lato il matrimonio delle bambine rappresenta una delle cause principali dell’abbandono scolastico nei paesi più poveri, dall’altro le ragazze che non frequentano la scuola sono a maggior rischio di sposarsi precocemente. Tirana, Albania 2019. © Matteo Bastianelli
Orkida Driza, 40 anni, insieme ai suoi tre nipoti Vjollca (5 anni), Sabina (3 anni) e Rexhepi (3 mesi), sul letto della figlia diciannovenne Bleona, che riposa sotto le coperte vicino a loro. Orkida è stata data in sposa dalla sua famiglia alla tenera età di 14 anni, e a sua volta, ha dato in sposa la figlia Bleona all’età di 12 anni. Tirana, Albania 2019. © Matteo Bastianelli
Una scena di vita quotidiana nell’insediamento che ospita le famiglie Rom a Tirana. Secondo l'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani, in tutto il mondo, più di 650 milioni di donne ancora in vita oggi, sono state date in spose da bambine. Tirana, Albania 2019. © Matteo Bastianelli
Orkida Driza, 40 anni, tiene in braccio il nipotino Rexhepi, nato da appena 3 mesi. Orkida è stata data in sposa dalla sua famiglia alla tenera età di 14 anni ed è già diventata nonna, avendo dato in sposa una delle sue figlie all’età di 12 anni. Tirana, Albania 2019. © Matteo Bastianelli
Besnik Aliu, 28 anni, insieme a sua moglie Erjona Aliu, 20 anni, seduti l’uno accanto all’altra nella loro abitazione. Erjona aveva solo 15 anni quando si sono sposati e ora è incinta del loro terzo figlio. Secondo l’UNICEF, delle 16 milioni di ragazze adolescenti che partoriscono ogni anno, circa il 90 per cento sono già sposate. Tirana, Albania 2019. © Matteo Bastianelli
Orkida Driza, 40 anni, cammina insieme ad altri membri della comunità Rom nell’insediamento in cui vivono. Orkida è stata data in sposa dalla famiglia alla tenera età di 14 anni, adesso è divorziata e ha cinque figli. Attualmente è la leader dell’Organizzazione Rom “Catia e Gruas Rome”, che sostiene i diritti delle minoranze Rom a Tirana, Albania 2019. © Matteo Bastianelli
DI MADRE IN FIGLIA (2019)
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