Il tempo sembra essersi fermato alla Rivoluzione Industriale dell’800. L'antico centro della Magna Grecia contaminato nell'aria, nella terra e nell'acqua, con un passato che sembra tornare a galla.
Lo sfondo è quello del polo siderurgico di Taranto. Il più grande d'Europa e anche il più inquinato. Malgrado la presenza della grande industria, a Taranto esiste un esercito di disoccupati: 110 mila persone, circa il 40% dell'intera popolazione. Oggi il pascolo e l'agricoltura sono proibiti nel raggio di 20 chilometri dall'Ilva, mentre il bestiame contenente diossina è stato abbattuto e molti si domandano ironicamente se anche a loro toccherà la stessa fine. L'unione Europea ha aperto una procedura di infrazione contro l'Italia per la vicenda dell'acciaieria di Taranto, secondo cui le autorità italiane non hanno garantito il rispetto delle prescrizioni che regolano le emissioni industriali, con gravissime conseguenze per la salute e l’ambiente. Nel corso degli ultimi anni gli impianti di Taranto sono stati al centro di un braccio di ferro tra la magistratura e il governo. Corruzioni, concussioni e vari altri reati sono stati ipotizzati nell'ambito dell'inchiesta "Ambiente svenduto", portata avanti dalla Procura di Taranto. Secondo studi medici ed epidemiologici, nell'antico centro della Magna Grecia si registra un aumento del 30-40% di tutte le forme tumorali (alcune neoplasie sono aumentate del 100%) e delle malattie correlate all'inquinamento da diossina e amianto. Tantissime famiglie sono divise tra il bisogno di lavorare e quello di tutelare la salute dei propri figli.
Il signor Fornaro cammina nell'ovile vuoto della sua masseria. Dopo aver perso la moglie a causa di un cancro, nel 2008, insieme alla sua famiglia, ha assistito all'abbattimento di 700 capi del proprio bestiame contaminati da diossina. Taranto, Italia 2013. © Matteo Bastianelli
Sari insieme al suo cavallo, Zanzi, all'interno della masseria dei fratelli Fornaro. Zanzi ha soltanto metà polmone, non può fare sforzi e deve seguire la sua terapia mensile a base di cortisone. A causa dell'inquinamento ambientale anche gli animali si stanno ammalando e muoiono lentamente di patologie respiratorie. Taranto, Italia 2013. © Matteo Bastianelli
Alcuni cittadini nei pressi del molo Sant'Eligio, in occasione di una manifestazione contro l'inquinamento. Taranto, Italia 2013. © Matteo Bastianelli
Anna e Franco in vacanza a San Vito, nel Mar Grande. Mentre Franco si immerge per raccogliere mitili da un palo per le cozze, Anna è pronta a gustarne una. Taranto, Italia 2013. © Matteo Bastianelli
Giulia D'Ippolito festeggia insieme insieme a suo figlio Tommaso la vittoria dello scudetto della squadra del cuore di suo figlio, affetto dalla nascita dalla rara sindrome di Goldenhar, causata dai geni trasmessi dal padre Achille, esposto per più di trent'anni all'inquinamento dell'Ilva. Taranto, Italia 2013. © Matteo Bastianelli
Un bambino gioca sul bagnasciuga di fronte al Mar Grande. Taranto, Italia 2013. © Matteo Bastianelli
Achille D'Ippolito, ex operaio Ilva in pensione, sul balcone di casa. Achille ha contratto una forma di malattia causata dall'esposizione all'amianto. Ha subito da poco una delicata operazione al cuore, seguita da un'ischemia che lo ha portato ad una progressiva perdita della memoria a breve termine. E' morto nel marzo del 2016. Taranto, Italia 2013. © Matteo Bastianelli
Una veduta dei camini dell’Ilva. Taranto, Italia 2013. © Matteo Bastianelli
Alcuni bambini nel campetto della chiesa "Gesù Divin Lavoratore" nel quartiere Tamburi, il luogo più inquinato d'Europa. Secondo gli studi effettuati, nelle urine dei bambini è presente il piombo. Taranto, Italia 2013. © Matteo Bastianelli
L'ombra di un uomo in uno degli strettissimi vicoli che si snodano nella città vecchia. Taranto, Italia 2013. © Matteo Bastianelli
Aurelio Rebuzzi di fronte alla tomba del figlio. Alessandro è morto nel settembre del 2012 all'età di 16 anni. Nato con una fibrosi cistica, Alessandro era in attesa di un trapianto di polmoni, ma le continue infezioni alle sue vie respiratorie, causate dall'inquinamento ambientale, probabilmente hanno anticipato il suo decesso. Taranto, Italia 2013. © Matteo Bastianelli
Particolare del mosaico della chiesa "Gesù Divin Lavoratore" nel quartiere Tamburi. Il mosaico raffigura operai, pescatori, dirigenti e padroni, tutti insieme a rendere omaggio al dono del lavoro portato dall'Ilva, che sembra benedetta dal Signore. Un'opera in stile socialismo reale che svela i legami tra Chiesa e grande industria. Taranto, Italia 2013. © Matteo Bastianelli
Alessandra D’Amicis, 51 anni, insegnante di lingua italiana in una scuola di Taranto. Sopravvissuta a un tumore al seno e, dopo un ciclo di chemio e radioterapia, Alessandra ha visto morire molte sue amiche affette dalla stessa patologia. A causa dell'inquinamento ambientale l'incidenza dei tumori nella città è aumentata almeno del 30%. Taranto, Italia 2013. © Matteo Bastianelli
Alcuni ragazzi trasportano riproduzioni delle ciminiere dell'Ilva durante una marcia di protesta. Statte (Taranto), Italia 2014. © Matteo Bastianelli
Luciano Carriero, allevatore di mitili, insieme alla sua squadra al lavoro nel Mar Piccolo. A causa della presenza di diossina nelle cozze da due anni e mezzo è costretto a gettare il suo raccolto. Taranto, Italia 2013. © Matteo Bastianelli
Tommaso D'Ippolito, 15 enne studente tarantino, gioca ad un videogioco nella sua abitazione. Figlio di un ex operaio della storica acciaieria locale, Tommaso è affetto dalla nascita dalla rara sindrome di Goldenhar, causata dai geni trasmessi dal padre Achille, esposto per più di trent'anni all'inquinamento dell'Ilva. Taranto, Italia 2013. © Matteo Bastianelli
Alcuni bambini festeggiano la vittoria di una partita nel campetto della Chiesa "Gesù Divin Lavoratore" nel quartiere Tamburi, il luogo più inquinato d'Europa. Secondo gli studi effettuati, nelle urine dei bambini è presente il piombo. Taranto, Italia 2013. © Matteo Bastianelli
Vicenzo Fornaro al lavoro nella sua masseria. Dal 1859, di padre in figlio, i Fornaro hanno portato avanti la tradizione familiare. Nel 2008, dopo aver assistito all'abbattimento di 700 capi del proprio bestiame contaminati da diossina, Vincenzo presentò un esposto chiedendo un risarcimento danni all'Ilva. Taranto, Italia 2013. © Matteo Bastianelli
Una veduta al tramonto della storica masseria del Carmine, appartenente alla famiglia Fornaro dal 1859. Nel corso degli anni il terreno dei Fornaro è stato circondato dall'industria d'acciaio più grande d'Europa. Taranto, Italia 2013. © Matteo Bastianelli
Carla Bocola, 47 anni, affetta da sclerosi laterale amiotrofica da due anni, comunica attraverso gli occhi e con l'ausilio di una tavoletta. A Taranto l'incidenza della SLA (7-8 casi su 100.000) è circa il 50% superiore rispetto alla media nazionale (3-4 su 100.000). Taranto, Italia 2013. © Matteo Bastianelli
Alcune persone indossano tute anticontaminazione con scritto "BASTA" per protestare contro l'inquinamento ambientale. Statte (Taranto), Italia 2014. © Matteo Bastianelli
Vittorio Fornaro allena uno dei suoi cavalli nella Masseria Carmine dove insieme al fratello ha deciso di piantare canapa su due ettari di terreno. Taranto, Italia 2016. © Matteo Bastianelli
Alcuni bambini delle scuole di Taranto insieme a suore e parroci delle chiese della città lanciano palline di argilla, terra e semi di canapa per dare inizio alla semina nella Masseria Carmine. Taranto, Italia 2016. © Matteo Bastianelli
Aurelio Rebuzzi, 62 anni, raccoglie alcune bottigliette di tranquillizzanti utilizzate negli ultimi mesi. Ha provato a suicidarsi tre volte. Taranto, Italia 2013. © Matteo Bastianelli
Ettore Boccuni, 48enne pescatore di Taranto, nel centro della città. Ettore è alcolizzato e senzatetto. Taranto, Italia 2013. © Matteo Bastianelli
Fabio Matacchiera, presidente del Fondo Antidiossina, nel Mar Grande e Giuseppe D'Andria, nuotatore professionista. Insieme tentano di trascinare una nave di 26 tonnellate con 100 bambini a bordo, per manifestare contro l'inquinamento ambientale che affligge la città. Taranto, Italia 2013. © Matteo Bastianelli
Due membri della Confraternita dei Misteri in processione durante la Settimana Santa. I "Perduni", membri della Confraternita con dei lunghi cappucci bianchi calati sul volto, camminano lentamente, dondolando sulle gambe per circa 13 ore fino al ritorno in chiesa. Taranto, Italia 2013. © Matteo Bastianelli
Ettore Boccuni, 48enne pescatore di Taranto, torna in barca dal Mar Grande. Pescando ogni giorno da più di trent'anni, Ettore non crede che il mare tarantino sia inquinato, perché il pesce e i frutti di mare ancora si riproducono, consentendogli di guadagnarsi da vivere. Taranto, Italia 2013. © Matteo Bastianelli
Vittorio Fornaro al lavoro nella sua masseria. Vittorio ha perso la madre a causa di un tumore e insieme alla sua famiglia, nel 2008, ha assistito all'abbattimento di 700 capi del proprio bestiame contaminati da diossina. Taranto, Italia 2013. © Matteo Bastianelli
Una veduta della masseria dei fratelli Fornaro, sullo sfondo le ciminiere dell'ILVA, la più grande e inquinata acciaieria d'Europa. Taranto, Italia 2013. © Matteo Bastianelli
Un parroco indossa la stola prima di benedire la folla di persone e studenti riunitisi in occasione della semina della canapa sui terreni della Masseria Carmine nell’ambito di un’iniziativa volta alla bonifica dei territori inquinati dall’Ilva. Taranto, Italia 2016. © Matteo Bastianelli
Tonio, 57 anni, affetto da sclerosi laterale amiotrofica, insieme alla moglie nella loro abitazione. Da 1 anno non può scendere dal letto poiché non può usufruire della sedia a rotelle fornita dal Comune, a cui manca un idoneo poggiatesta. A Taranto l'incidenza della SLA (7-8 casi su 100.000) è circa il 50% superiore rispetto alla media nazionale (3-4 su 100.000). Taranto, Italia 2013. © Matteo Bastianelli
Ettore Boccuni, 48enne pescatore tarantino, legge le Sacre Scritture. Studia la Bibbia da un anno ma, al contrario della maggioranza dei suoi concittadini, non partecipa ai riti della Settimana Santa. Taranto, Italia 2013. © Matteo Bastianelli
Il tetto di un edificio nella città vecchia. Taranto, Italia 2013. © Matteo Bastianelli
Vincenzo Fornaro trasporta un sacco con 20 kg di semi di canapa nella sua masseria. Vincenzo ha perso la madre a causa di un tumore e nel 2008 ha assistito all'abbattimento di 700 capi del proprio bestiame contaminati da diossina. Ha deciso ora di dedicarsi alla coltivazione della canapa che è in grado di assorbire gli agenti inquinanti dal terreno. Taranto, Italia 2016. © Matteo Bastianelli
Un pony nella stalla presso la masseria dei fratelli Fornaro. Nel 2008 solo gli equini si salvarono da un ordine di abbattimento del bestiame contaminato da diossina, tutte le pecore furono uccise. Taranto, Italia 2013. © Matteo Bastianelli
HOLD THE BREATH (2013-2016)
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