Nel 2003 Patrizia è entrata a far parte del miliardo e seicentomila persone che difficilmente riescono a trovare una sistemazione decente nel mondo.

Una volta divorziata, Patrizia ha perso non solo la sua casa ma anche l'amore dei suoi due figli, Marco e Michele. Poi, alla fine, ha perso parte della propria identità, ma mai la sua dignità di essere umano. «Buon Dio! Questi passi miei non vuole farli nessuno -afferma- perché nessuno ce la fa. Come si spiega? Mi chiamano la morta vivente. Io da morta sono tornata sulla Terra, in carne e ossa. Gli altri non lo possono fare.». La sua famiglia non vuole più avere niente a che fare con lei. Trascorre le sue giornate nel suo ambiente ristretto, a volte parlando di momenti e ricordi che ha veramente vissuto e altri di cose che sono solo frutto della sua immaginazione. Patrizia vive sempre sola, anche se, di tanto in tanto Carlo, un altro senzatetto che vive nella Stazione Termini a Roma, va a Velletri per farle compagnia. All'inizio Patrizia dormiva in strada, poi in una vecchia macchina e ora, dopo sei anni, in una piccola roulotte che ha ricevuto in dono da una donna dal cuore grande. Oggi la Croce Rossa e la Caritas la aiutano con i viveri, mentre riceve un modesto sussidio dall'assessorato ai servizi sociali di Roma. Solo di recente ha ottenuto una casa popolare.

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