Quando la terra si è aperta in due, inghiottendo la normalità della vita quotidiana lungo l’Appennino centrale, tende, prefabbricati e roulotte hanno sopperito, in parte, all’emergenza abitativa del dopo sisma nei borghi medievali dell’Italia centrale. 

Migliaia di sfollati, invece, hanno dovuto accettare l’esilio sulla costa adriatica, dove attendono l’assegnazione delle strutture abitative di emergenza. A più di un anno di distanza dai terremoti devastanti che hanno colpito Lazio, Umbria, Marche e Abruzzo tra l’agosto e il novembre del 2016, causando quasi 300 vittime e facendo perdere la casa a circa 40 mila persone, nei comuni del cratere sismico è stato rimosso solo l’8,57% delle macerie. Secondo il Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori “la mancanza di serie politiche di prevenzione in Italia, evidenziata dopo grandi catastrofi, conduce ogni volta ad adottare misure di emergenza, perché si è abdicato alla cultura della conoscenza, del contrasto e della riduzione del rischio”. Nelle quattro regioni restano ancora più di 2 milioni e mezzo di tonnellate di materiali edili, la maggior parte derivanti dalle attività di demolizione dei fabbricati. Tutto ciò impedisce la ripresa della maggior parte delle attività economiche e sociali, costringendo ognuno a riconsiderare la natura stessa delle sue priorità in funzione dei luoghi abitabili. 

La sfera della vita privata si è assottigliata a causa della socialità forzata imposta dagli spazi comuni, eppure ciò ha avuto l’effetto di avvicinare le persone che avevano sofferto lo stesso trauma, le ha portate a sostenersi e relazionarsi gli uni con gli altri. Alcuni cittadini hanno dato vita ad associazioni e comitati, con lo scopo di trovare soluzioni ai problemi comuni. “Maiora premunt” (urgono cose maggiori, più importanti), è un progetto personale che documenta come si è evoluto il modo di abitare, tra l’alterazione della vita sociale e degli spazi ad essa deputati, fino al cambiamento del concetto stesso di “comunità”, tentando di ricostruire il puzzle della molteplicità di identità che abitano questi luoghi.

MAIORA PREMUNT (2016-2017)