Pubblicato come storia di copertina su Internazionale
Le ombre di palazzi e monumenti oscurano le porzioni di vissuto che ci appartenevano. Con l’imposizione di una distanza sociale e lo stato di isolamento, strade, piazze, chiese e musei si sono svuotati progressivamente.
Non siamo più gli stessi, da quando l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato la pandemia causata dalla diffusione su scala globale del Covid 19. Un nome in codice per un male difficile da decifrare. Invisibile, volatile, eppure letale. Gli italiani hanno iniziato a farsi forza con flash mob e canzoni intonate da balconi e terrazzi, rimanendo poi ammutoliti mentre il paese diventava uno di quelli con il più alto numero di vittime al mondo. Questo virus si è impossessato della nostra vita, per come la conoscevamo prima, è diventato una questione personale per ognuno di noi. Ci ha costretto a tagliare i ponti con i nostri familiari, con i nostri amici. Ci ha fatto guardare con occhi diversi quelle strade polverose e sporche, così come i ricordi di quelle lastricate e affollate di turisti. E non sono i vessilli esposti in finestra a dare un’idea di unità nazionale, ma forse quella consapevolezza più profonda che ci fa vivere le stesse paure e intravedere le stesse speranze. Mentre il mondo come lo conoscevamo prima si è fermato, le città hanno ripreso a respirare. Con le automobili incasellate sotto i condomini e i centri storici svuotati dall’assenza dei turisti, a ricordarci la distanza tra centro e periferia. Sogni e realtà. Così in poche settimane si è passati dagli sguardi sgomenti dei commessi dietro le vetrine dei negozi di lusso senza avventori, agli sguardi di tutti noi, persi nei riflessi dei vetri ingrigiti di casa. Nel mezzo una prigione invisibile, pensieri sovrapposti. E la testa che è rimasta fuori, appesa a un filo. Come le nostre vite sospese.
L’ingresso del Colosseo completamente vuoto, in seguito alle disposizioni del DPCM 8 marzo 2020, con il quale è stata sospesa l’apertura dei musei su tutto il territorio nazionale, una delle misure di contenimento dell'emergenza epidemiologica da Covid-19. Roma, Italia 2020. © Matteo Bastianelli
Scene di vita quotidiana nelle strade semivuote del centro città. In seguito al nuovo DPCM 11 marzo 2020, è stata disposta la chiusura di tutte le attività commerciali, fatta eccezione per farmacie, para-farmacie, edicole, tabaccai e attività commerciali legate alla vendita di generi alimentari e di prima necessità. Roma, Italia 2020. © Matteo Bastianelli
La scalinata di via Monte Polacco a Roma. Le strade della capitale sono poco affollate e il turismo è drasticamente calato in seguito alle misure di contenimento dell'emergenza epidemiologica da Covid-19. Roma, Italia 2020. © Matteo Bastianelli
Un gabbiano mangia i resti di un piccione di fronte alle vetrine di uno storico negozio di lusso in piazza di Spagna nel giorno in cui l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha dichiarato che il Coronavirus è una pandemia. Roma, Italia 2020. © Matteo Bastianelli
Il dipendente di un negozio di lusso di via dei Condotti, ritratto con la mascherina al collo mentre guarda fuori dalla vetrina. Strade e negozi del centro città sono deserte, in seguito al DPCM “Io resto a casa”, che consente di lasciare il proprio il domicilio solo per esigenze lavorative, situazioni di necessità e motivi di salute. Roma, Italia 2020. © Matteo Bastianelli
Una veduta di Piazza di Spagna dalla scalinata di Trinità dei Monti. Le strade del centro città sono deserte, in seguito al DPCM “Io resto a casa”, che consente di lasciare il proprio domicilio solo per esigenze lavorative, situazioni di necessità e motivi di salute. Roma, Italia 2020. © Matteo Bastianelli
Un uomo seduto all’interno della Basilica di San Giovanni in Laterano. Secondo le norme imposte dal DPCM 8 marzo 2020 per il contenimento del Coronavirus, i luoghi di culto restano aperti ma le cerimonie civili e religiose, compresi i funerali, sono stati sospesi su tutto il territorio nazionale fino al 3 aprile. Roma, Italia 2020. © Matteo Bastianelli
Sedie e panche vuote nella chiesa di San Barnaba, nel quartiere Prenestino-Labicano. Secondo le norme imposte dal DPCM 8 marzo 2020 per il contenimento del Coronavirus, le cerimonie civili e religiose, compresi i funerali, sono stati sospesi su tutto il territorio nazionale fino al 3 aprile. Roma, Italia 2020. © Matteo Bastianelli
Una veduta all’interno del Pontificio Santuario della Scala Santa di Roma. La scalinata, meta di pellegrinaggio cattolico i cui scalini per devozione religiosa devono essere saliti in ginocchio, è stata chiusa in seguito alle misure di contenimento dell'emergenza epidemiologica da Covid-19 disposte dal DPCM 8 marzo 2020. Roma, Italia 2020. © Matteo Bastianelli
Una veduta della Fontana di Trevi completamente vuota. Le strade del centro città sono deserte, in seguito al DPCM “Io resto a casa”, che consente di lasciare il proprio domicilio solo per esigenze lavorative, situazioni di necessità e motivi di salute. Roma, Italia 2020. © Matteo Bastianelli
Un uomo con la mascherina cammina tra le vie semivuote del centro città nel giorno in cui l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha dichiarato che il Coronavirus è una pandemia. In seguito alle misure disposte dal DPCM “Io resto a casa”, è consentito lasciare il proprio il domicilio solo per esigenze lavorative, situazioni di necessità e motivi di salute. Roma, Italia 2020. © Matteo Bastianelli
Un manichino in un secchio della spazzatura per le strade del quartiere Pigneto. Roma, Italia 2020. © Matteo Bastianelli
Un uomo con una maschera antigas, aspetta il suo turno per entrare in un negozio di alimentari. Roma, Italia 2020. © Matteo Bastianelli
Una donna insieme ai suoi figli, illuminati dalla luce dei loro telefoni, mentre partecipano a un flashmob dal terrazzo della loro abitazione. Roma, Italia 2020. © Matteo Bastianelli
Alcune persone affacciate alle finestre e ai balconi cantano insieme al resto del vicinato come ogni sera intorno alle 21. Roma, Italia 2020. © Matteo Bastianelli
L’ennesima apparizione televisiva del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che rivolgendosi alla nazione annuncia l’introduzione di ulteriori misure restrittive volte al contenimento della diffusione del Coronavirus. Roma, Italia 2020. © Matteo Bastianelli
Una donna cammina in un vicolo del centro città nel giorno in cui l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha dichiarato che il Coronavirus è una pandemia. In seguito alle misure disposte dal DPCM “Io resto a casa”, è consentito lasciare il proprio il domicilio solo per esigenze lavorative, situazioni di necessità e motivi di salute. Roma, Italia 2020. © Matteo Bastianelli
Una veduta della strada semivuota nei pressi dell’Anfiteatro Flavio. In seguito alle misure di contenimento dell'emergenza epidemiologica da Covid-19 disposte dal DPCM 8 marzo 2020, il turismo nella capitale è drasticamente calato. Roma, Italia 2020. © Matteo Bastianelli
Una veduta di Piazza del Popolo vuota. Le strade del centro città sono deserte, in seguito al DPCM “Io resto a casa”, che consente di lasciare il proprio domicilio solo per esigenze lavorative, situazioni di necessità e motivi di salute. Roma, Italia 2020. © Matteo Bastianelli
Un uomo affacciato al suo balcone dietro a una bandiera dell’Italia. Il paese rimane blindato per aiutare a contenere la diffusione del Coronavirus. Roma, Italia 2020. © Matteo Bastianelli
LE NOSTRE VITE SOSPESE (2020)
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