Gli aquiloni continuano a volare nelle favelas di Rio de Janeiro, ma spesso restano impigliati. Sospesi e difficili da raggiungere, come i sogni di riscatto delle classi sociali più povere del Brasile.
Secondo un recente report di Amnesty International, negli ultimi 10 anni l’UPP, l’unità della polizia di pacificazione e la polizia militare hanno ucciso quasi 10.000 persone nel contesto della cosiddetta “guerra alla droga”. Il programma di pacificazione avviato nel 2008 nelle favelas ha portato a una convivenza difficile per la gente, stretta tra la soffocante presenza delle gang da un lato e della polizia dall’altro. Un terreno ancora fertile per gli affari delle organizzazioni criminali, che continuano a reclutare adepti nelle strade, a gestire traffici di droga e del riciclo dei rifiuti, con la complicità di rami deviati della polizia. Milioni di persone in tutto il mondo si guadagnano da vivere raccogliendo, riciclando e vendendo materiali che qualcun altro ha gettato via. “Vi è un crescente riconoscimento che i raccoglitori di rifiuti contribuiscano all'economia locale, alla salute e alla sicurezza pubblica e alla sostenibilità ambientale, secondo Wiego, una rete globale focalizzata sulla garanzia di mezzi di sussistenza per i lavoratori poveri. Tuttavia, spesso devono far fronte a uno status sociale basso, condizioni di vita e di lavoro deplorevoli e allo scarso supporto da parte dei governi locali".
Levi Ricardo, 33 anni, all’interno della favela di Rocinha dove ha uno studio fotografico. Rio de Janeiro, Brasile 2015. © Matteo Bastianelli
Un comando di polizia dell’UPP (Pacifying Police Unit) nella favela di Rocinha. Negli ultimi 10 anni le esecuzioni sommarie eseguite dalla polizia hanno causato la morte di circa 9 mila persone all’interno delle favelas. Rio de Janeiro, Brasile 2015. © Matteo Bastianelli
Una veduta notturna della favela di Rocinha, la più grande del mondo con più di 150 mila abitanti. Rio de Janeiro, Brasile 2015. © Matteo Bastianelli
Alcuni bambini giocano in un cortile all’interno della favela di Rocinha, Rio de Janeiro, Brasile 2015. © Matteo Bastianelli
Un bambino esce dalla tenda nella quale vive con la sua famiglia nell’ex discarica di Jardim Gramacho, una delle più grandi del mondo, chiusa dopo 34 anni di funzionamento nel 2012 e ora divenuta una favela. Gli abitanti della favela hanno ricevuto 14 mila reais come liquidazione ma sono rimasti senza lavoro nonostante la promessa di essere reintegrati. Rio de Janeiro, Brasile 2015. © Matteo Bastianelli
Un comando di polizia dell’UPP (Pacifying Police Unit) all’interno della favela di Cantagalo. Rio de Janeiro, Brasile 2015. © Matteo Bastianelli
Alcuni ragazzi giocano a calcio in un campetto all’interno della favela di Cantagalo, sulle colline di Rio de Janeiro, Brasile 2015. © Matteo Bastianelli
Due bambini passano davanti a un posto di blocco. La polizia militare negli ultimi anni si è resa responsabile di migliaia di esecuzioni all’interno delle favelas, uccidendo per la maggior parte giovani ragazzi di colore. Rio de Janeiro, Brasile 2015. © Matteo Bastianelli
Due cani nei pressi di un edificio in costruzione all’interno della favela Pavão-Pavãozinho sulle colline di Rio de Janeiro, Brasile 2015. © Matteo Bastianelli
Un ragazzo passeggia all’interno della favela Cantagalo portando una gabbia con un uccellino. Rio de Janeiro, Brasile 2015. © Matteo Bastianelli
Una veduta dalla favela di Cantagalo. Rio de Janeiro, Brasile 2015. © Matteo Bastianelli
Un bambino tra i vicoli della favela Cantagalo. Rio de Janeiro, Brasile 2015. © Matteo Bastianelli
Un uomo trasporta un pacco mentre due ragazze siedono di fronte a un murales all’interno delle favelas Cantagalo-Pavão-Pavãozinho, nel sud di Rio de Janeiro, Brasile 2015. © Matteo Bastianelli
Un uomo siede di fronte alla sua abitazione all’interno dell’ex discarica Jardim Gramacho, chiusa nel 2012 dopo 34 anni di funzionamento e ora divenuta una favela. Gli abitanti della favela hanno ricevuto 14 mila reais come liquidazione ma sono rimasti senza lavoro nonostante la promessa di essere reintegrati. Rio de Janeiro, Brasile 2015. © Matteo Bastianelli
Un edificio nella favela di Rocinha, la più grande del mondo con più di 150 mila abitanti. Un groviglio di cavi elettrici circonda abitazioni e palazzi al suo interno. Rio de Janeiro, Brasile 2015. © Matteo Bastianelli
Levi Ricardo, 33 anni, sul tetto del palazzo dove ha uno studio fotografico, all’interno della favela di Rocinha. Rio de Janeiro, Brasile 2015. © Matteo Bastianelli
Due ragazzi trasportano una lavatrice sulle scale della favela Cantagalo mentre due poliziotti dell’UPP (Pacifying Police Unit) guardano la scena. Rio de Janeiro, Brasile 2015. © Matteo Bastianelli
Una bambina davanti a una baracca nel sito dell’ex discarica di Jardim Gramacho, chiusa nel 2012 dopo 34 anni di funzionamento e ora divenuta una favela. Rio de Janeiro, Brasile 2015. © Matteo Bastianelli
Avvoltoi su un albero nei pressi dell’ex discarica di Jardim Gramacho, dal 2012 divenuta una favela. Sulla sinistra un uomo cammina tra i rifiuti. Rio de Janeiro, Brasile 2015. © Matteo Bastianelli
Due uomini separano i rifiuti da riciclare dalla spazzatura nell’ex discarica di Jardim Gramacho, controllata dal Commando Rosso (Comando Vermelho), una potente organizzazione criminale. Rio de Janeiro, Brasile 2015. © Matteo Bastianelli
Un bambino cerca di recuperare il suo aquilone, rimasto impigliato su un palo della luce, all’interno della favela di Rocinha. Rio de Janeiro, Brasile 2015. © Matteo Bastianelli
Un avvoltoio vola su una recinzione nell’ex discarica di Jardim Gramacho, chiusa nel 2012 dopo 34 anni di funzionamento e ora divenuta una favela. Rio de Janeiro, Brasile 2015. © Matteo Bastianelli
SUPPRESSED FAVELAS (2015)
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