Realizzato in commissionato per Medici Senza Frontiere e National Geographic Magazine
L’Arabia Felix, nota fin dai tempi degli antichi romani per incenso, mirra e lucrosi traffici commerciali, è ormai un lontano ricordo, oggi in Yemen c’è soprattutto morte, sofferenza e la peggior crisi umanitaria al mondo.
Il conflitto tra i ribelli sciiti Houthi supportati dall’Iran e il governo sunnita yemenita appoggiato dalla coalizione guidata dall’Arabia Saudita, va avanti ormai da quasi 4 anni e ha causato la morte di circa 10,000 persone. Più di due milioni di yemeniti sono sfollati interni. Secondo l’UN, in una nazione di circa 29 milioni di abitanti, 22 milioni di yemeniti sono bisognosi di assistenza umanitaria. Da più di 2 anni il Ministero della Salute non paga i salari e più della metà degli ospedali yemeniti sono chiusi o solo parzialmente funzionanti. L’ormai impoverito sistema sanitario in Yemen si appoggia alle organizzazioni umanitarie per fornire assistenza medica, ma il paese è sull’orlo della fame. Un terzo della popolazione versa in condizione di insicurezza alimentare; c’è chi muore in casa per le intossicazioni causate dal cibo avariato, chi non ha accesso ad acqua potabile sicura. Secondo un report di Save the Children, negli ultimi 3 anni, circa 85,000 bambini in Yemen stanno morendo di fame a causa della guerra civile. In questo contesto, i civili stanno sopportando una situazione inumana, deliberatamente colpiti da bombardamenti aerei, cecchini, fuoco incrociato e pallottole vaganti. Dall’inizio della guerra, 2,500 scuole sono state bombardate, chiuse, utilizzate a scopi militari o convertiti in rifugi. Attualmente due milioni di bambini in età scolare non ricevono un’istruzione. Da Ad Dhale, roccaforte della resistenza salafita fedele al presidente Hadi, alla periferia di Taiz, un’antica città a sud-ovest sotto assedio dei ribelli Houthi da 3 anni, la mia documentazione intende restituire uno sguardo intimo nel paese, dove la guerra civile ha intrappolato i civili in una vita di violenza e malattie.
Un motociclista attraversa una zona cosparsa di spazzatura nei pressi di una scuola distrutta da un attacco aereo della coalizione guidata dall’Arabia Saudita. Ad Dhale, Yemen 2018. © Matteo Bastianelli
È molto comune vedere lunghe file di persone per riempire le bombole di gas alle pompe di benzina. Dal 2015, il prezzo del carburante è più che raddoppiato e il paese ha perso più del 40% di GDP. “Il disastro economico è anche peggiore delle uccisioni” afferma Radhya Almutawakel, co-fondatore del Mwatana Organization for Human Rights, a Sana’a. “Le persone stanno morendo a porte chiuse.” Ad Dhale, Yemen 2018. © Matteo Bastianelli
Un uomo cammina per Ad Dhale, una città nel sud del paese, oggetto di contesa tra i ribelli Houthi e il governo yemenita dall’inizio della guerra. Sullo sfondo il monumento Kalashnikov eretto in onore del comandante della resistenza che riuscì a respingere gli Houthi. Ad Dhale, Yemen 2018. © Matteo Bastianelli
Il responsabile della sicurezza Ali Abdullah, 32 anni, all'interno del cancello dell’ospedale Al-Nasser, dove controlla le persone per impedire che vengano introdotti nell’edificio armi e Khat, una droga locale usata dalla maggior parte degli yemeniti. Ad Dhale, Yemen 2018. © Matteo Bastianelli
In un reparto dedicato dell’ospedale Al-Nasser, i bambini vengono curati per malnutrizione; secondo le stime sono solo due degli 1.8 milioni di bambini gravemente malnutriti sotto i 5 anni. L’impoverito Ministero della Salute yemenita si affida alle organizzazioni umanitarie per fornire assistenza medica. Ad Dhale, Yemen 2018. © Matteo Bastianelli
Un bambino tra le braccia del padre nell’ospedale Mother and Child, dopo essere stato curato per un’infezione respiratoria. Molti dottori e infermieri sono fuggiti dallo Yemen, lasciando gli ospedali con carenze di personale. “Molti dei miei colleghi sono già scappati o stanno provando a recarsi negli stati del Golfo alla ricerca di una vita migliore”, afferma un dottore yemenita che lavora a Sana’a. Taiz, Yemen 2018. © Matteo Bastianelli
Una sedia su una terrazza nella zona diplomatica della capitale. Sana’a, Yemen 2018. © Matteo Bastianelli
Il dottore in medicina Ahmad Moused, 28 anni, nel reparto di pronto soccorso dell’ospedale Al-Nasser, mentre esamina la radiografia di Ciham Saif, 10 anni, ferita da un colpo d’arma da fuoco. Ad Dhale, Yemen 2018. © Matteo Bastianelli
Tamer Abdu Haza'a, 7 anni, con ferite da schegge causate da un'esplosione, viene curato da Medici Senza Frontiere in un centro traumatologico nel quartiere di Al Houban. Taiz, un’antica città nel sud est dello Yemen, è sotto assedio dai ribelli Houthi da 3 anni e ha assistito ad alcuni dei più lunghi e pesanti combattimenti dall’inizio del conflitto. Taiz, Yemen 2018. © Matteo Bastianelli
Un uomo in lacrime nel centro traumatologico. E’ arrivato insieme alla cugina sofferente e pesantemente sanguinante, con lacerazioni complesse a entrambe le gambe e profonde lesioni addominali. Ha ricevuto 4 trasfusioni di sangue ed è stata trasferita in un altro ospedale. Fortunatamente è sopravvissuta, ma successivamente le sono state amputate entrambe le gambe. Taiz, Yemen 2018. © Matteo Bastianelli
Dottori e infermieri dell’ospedale Mother and Child cercano di stabilizzare le condizioni di Imar Abdu Najei, 25 anni, le cui gambe sono rimaste mutilate in un’esplosione che l’ha colpita mentre stendeva i panni. Dopo aver ricevuto 4 trasfusioni di sangue, è stata trasferita in un altro ospedale, dove le sono state amputate entrambe le gambe. Taiz, Yemen 2018. © Matteo Bastianelli
La camera di sicurezza che viene utilizzata in caso di emergenza, all’interno del quartier generale di Medici Senza Frontiere a Sana’a, Yemen 2018. © Matteo Bastianelli
Tamer Abdu Haza'a, 7 anni, con ferite da schegge causate da un’esplosione, disteso su un letto nel centro traumatologico dell’ospedale Mother and Child, mentre suo padre Abdu Haza e l'equipe medica si stanno prendendo cura di lui. Taiz, Yemen 2018. © Matteo Bastianelli
Una veduta di notte all’entrata del centro traumatologico, sullo sfondo la bandiera nazionale yemenita appesa in strada. Taiz, Yemen 2018. © Matteo Bastianelli
Arzaa Abdalbaqu Abdella, 9 anni, con una frattura complessa esposta alla gamba destra causata da un'esplosione, tra le braccia della madre nel centro traumatologico di Al Houban, un quartiere della città di Taiz. Secondo l’UNICEF, sono stati uccisi o feriti una media di cinque bambini al giorno dall’inizio del conflitto. Taiz, Yemen 2018. © Matteo Bastianelli
Una dishdasha o thawb, una tunica bianca comunemente indossata da tutti gli uomini nella penisola arabica, è appesa ad asciugare fuori da una finestra. L'architettura distintiva degli edifici di Sana'a è visibile nell'area diplomatica della capitale. Sana’a, Yemen 2018. © Matteo Bastianelli
Mohammed Naji, 25 anni, ritratto all’esterno del centro ricoveri (IPD) dell'ospedale Al-Nasser, dove è stato ricoverato per 20 giorni. Era a una cerimonia nuziale quando un proiettile piovuto dal cielo lo ha improvvisamente colpito alla schiena e gli è uscito dallo stomaco. Ad Dhale, Yemen 2018. © Matteo Bastianelli
Tre capre distese sulle rovine di un edificio. Sullo sfondo il minareto della moschea locale con vista sulla città. Ad Dhale, Yemen 2018. © Matteo Bastianelli
Un bambino in piedi su uno pneumatico di fronte a un piccolo negozio in strada. Circa 18 milioni di persone in Yemen soffrono per la mancanza di cibo, milioni non hanno nemmeno accesso ad acqua potabile sicura. Ad Dhale, Yemen 2018. © Matteo Bastianelli
Abadi Muthanna, 70 anni, seduto all’esterno dell'ospedale Al-Nasser di Ad Dhale insieme alla moglie incinta Iman. Abadi soffre di ipertensione e di insufficienza cardiaca. L’impoverito Ministero della Salute yemenita si affida alle organizzazioni umanitarie per fornire assistenza medica. Ad Dhale, Yemen 2018. © Matteo Bastianelli
Due uomini alla ricerca di materiale da rivendere, tra le rovine di una scuola distrutta da un attacco aereo della coalizione guidata dall’Arabia Saudita. Centinaia di scuole come questa ad Ad Dhale sono state distrutte, attualmente 2 milioni di bambini in età scolare non sono iscritti a scuola. Ad Dhale, Yemen 2018. © Matteo Bastianelli
Una veduta di Al Houban, un quartiere della città di Taiz controllato dagli Houthi, attualmente un campo di battaglia che sopporta alcuni tra i più pesanti combattimenti nel paese. Molti sfollati vivono in quest’area, in una varietà di condizioni che va da antigienici ricoveri di fortuna ad alloggi in affitto. Taiz, Yemen 2018. © Matteo Bastianelli
Un ragazzo, di fronte al suo piccolo negozio in strada, mastica il khat e tiene in mano una busta di plastica contenente la stessa sostanza. Il Khat o Qat è una pianta originaria del Corno d'Africa, portata dall'Etiopia allo Yemen alcuni decenni fa. L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha classificato il Khat come una droga da abuso che può produrre dipendenza psicologica; tuttavia produzione, vendita e consumo di Khat sono legali e molto diffusi in Yemen. Taiz, Yemen 2018. © Matteo Bastianelli
Due bambini giocano tra le rovine di una scuola distrutta da un attacco aereo della coalizione guidata dall’Arabia Saudita. Dall’inizio della guerra, 2,500 scuole sono state bombardate, chiuse, utilizzate per scopi militari o come rifugi. Ad Dhale, Yemen 2018. © Matteo Bastianelli
Una nuvola aleggia sulla regione montuosa nel nord dello Yemen. Il nord e il sud dello Yemen vennero unificati nel 1990, ma la storica distinzione alimenta ancora il conflitto. L’UN ha dichiarato che lo Yemen rappresenta a oggi il peggior disastro umanitario al mondo. © Matteo Bastianelli
YEMEN UNVEILED (2018)
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